La Dieta Mediterranea: per ripartire con la cultura
Questa mattina, venerdì 14 Agosto 2020, in un’assolata mattinata di vigilia di Ferragosto, alle ore 10,30, ha avuto luogo un interessante incontro, presso la terrazza sul mare del Lido Luise di Castel Volturno, per parlare della Dieta Mediterranea.
Il dottor Enzo Napolano ci ha illustrato alcune informazioni inerenti la Dieta Mediterranea precisando che essa affonda le sue origini nella storia del nostro paese, pervenutaci per tradizione, nella forma e nelle consuetudini, dalle abitudini alimentari greche.
In effetti la tradizione alimentare dei contadini meridionali ha elaborato nei secoli quel sistema alimentare che oggi va sotto il nome di Dieta Mediterranea, e che un nutrizionista americano ha studiato e codificato con questo nome.
Ancel Keys, noto fisiologo americano, con notevoli esperienze nel campo degli studi sulla nutrizione negli anni cinquanta, partendo dall’osservazione delle abitudini alimentari delle popolazioni rurali del meridione, elaborò la concezione che la bassa incidenza di malattie cardiovascolari fosse dovuta al tipo di alimentazione che queste popolazioni adottavano per tradizione secolare.
Questa dieta, intesa, proprio come spiega l’etimologia, come modo di vita, è incentrata sull’alimentazione a base di amidi (pane e pasta), cibi vegetali, integrata dall’uso di olio di oliva, con qualche variazione verso pesce e carne. In effetti il pranzo che ancora oggi consumiamo sulle nostra tavole del mezzogiorno meno industrializzato ricalca questo tipo di alimentazione, con la differenza, non poco aggravante, che un qualsiasi pranzo moderno era considerato, negli anni passati, il pranzo "della festa", con alimenti mangiati solo in via eccezionale. La dieta mediterranea prevede proprio questo:
alimentazione quotidiana a base di pane, pasta, legumi, olio di oliva, verdure con poco formaggio, frutta e vino. Una volta a settimana a tavola erano permessi i cibi "di lusso", ricchi di grassi: salumi, pesce, carni, dolci. Il tutto integrato da un sana e diffusa attività fisica, che oggi è sempre più ridotta.
La mattinata si è notevolmente arricchita per la presenza di alcune associazioni che hanno presentato i loro ottimi prodotti innovativi, come l’associazione Canapa Sativa Caserta. A tal proposito l’Arch. Umberto Riccio ha precisato che è stata scelta la "canapa" perché è la pianta simbolo del nuovo modello green. Da decenni scomparsa dalle campagne della provincia di Caserta, la coltivazione della canapa, per iniziativa di un gruppo di produttori, sta ritornando d’attualità.
Il risveglio culturale sulle proprietà della pianta di canapa (cannabis sativa) ha sempre di più la tavola come suo volano di crescita e sviluppo. Ma la crescita dei consumi di canapa e derivati nel settore alimentare non significa solo un miglioramento delle nostre abitudini alimentari ed una protezione in più per il nostro organismo: si sta rivelando un vero e proprio vettore di informazioni dal quale le persone comuni iniziano a farsi domande e pretendono, giustamente, di essere informati
correttamente.
Ed è anche così che aumentano i dottori, i nutrizionisti, gli atleti e le persone in generale che sono al corrente delle proprietà nutritive dei semi e dell’olio, considerati un vaccino nutrizionale per il nostro corpo se assunti con regolarità e ne consigliano il loro utilizzo. Oggi, inoltre, la ricerca dimostra che la canapa sativa può essere utilizzata in diversi settori, dall’alimentazione alla bio-edilizia, dalla cosmesi alla medicina naturale, dalle energie rinnovabili all’abbattimento della CO2
nell’atmosfera. |